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Sopratitoli / Sopratitolazione

Con «sopratitoli» o «sopratitolazione» (più raramente «sovratitoli» o «sopratitolaggio» / «sovratitolaggio», improprio invece «sottotitoli») si intende la trascrizione o adattamento in una o (meno frequentemente) due lingue diverse da quella originale, di un testo cantato o recitato dal vivo durante una rappresentazione teatrale e proiettato o trasmesso elettronicamente su uno o più schermi (wireless o cablati), il principale dei quali si trova in genere sopra il boccascena. A scopo divulgativo, nel caso del teatro musicale, il servizio di sopratitolazione ripropone a volte lo stesso testo della rappresentazione. # L’obiettivo dei sopratitoli è quello di favorire la comprensione del testo cantato o parlato per tutti gli spettatori e, in particolare, si rivela utile per i fruitori non udenti o non in grado di comprendere la lingua originale della rappresentazione. # Il termine sopra-titoli deriva dal termine sotto-titoli, impiegato in ambito cinematografico o genericamente audiovisivo (a partire dal 1917, agli albori del cinema), e sta a indicare la diversa collocazione spaziale (nello spettacolo dal vivo) del servizio di mediazione linguistica rispetto a quanto avviene al cinema o nei supporti video elettronici. # I sopratitoli nascono nel gennaio del 1983, nell’ambito di una produzione di Elektra di Richard Strauss della Canadian Opera Company a Toronto. Nel settembre del 1983 sono stati introdotti per la prima volta negli Stati Uniti, in occasione di un allestimento di Cendrillon di Jules Massenet al New York State Theater. # In Europa, i primi sopratitoli vengono realizzati, a cura di Sergio Sablich, nel giugno 1986 al Teatro Comunale di Firenze, nell’ambito del Maggio Musicale Fiorentino, per una produzione di Die Meistersinger von Nürnberg di Richard Wagner diretta da Zubin Mehta.

Titolazione

«Titolazione», nell’ambito delle arti dello spettacolo (teatro musicale, teatro di prosa, produzioni audiovisive), definisce l’opera di mediazione linguistica cui fanno riferimento sia il settore della sotto-titolazione sia quello della sopra-titolazione. # La sotto-titolazione nasce nel contesto di prodotti audiovisivi a partire dal 1917 (agli albori del cinema), mentre la sopra-titolazione viene incontro alle esigenze di fruizione poste dallo spettacolo dal vivo e viene adottata dal 1983 (agli albori del digitale). # A partire dall’impiego dei nuovi sistemi informatici che hanno reso possibile la fruizione di opzioni multilingua (il DVD viene commercializzato nel 1986 da Warner Home Video), si è tuttavia creata qualche incertezza dal punto di vista terminologico. # Per il settore audiovisivo, i sotto-titoli, anche in più lingue, hanno continuato a lungo a essere tali dal punto di vista della loro dislocazione spaziale. Ma le recenti piattaforme software per dispositivi mobili (smartphone e tablet), realizzate come alternativa ai sotto-titoli nelle sale cinematografiche o le prospettive aperte dagli occhiali aventi la stessa funzione (si pensi all’applicazione OperaVoice o a MovieReading), impongono un ripensamento del lessico tecnico anche nell’ambito delle arti performative riproducibili elettronicamente. # Per lo spettacolo dal vivo, a maggior ragione, la presenza di opzioni multilingua in display individuali custom (installati per la prima volta nel 1998 al Santa Fe Opera, a cura di Figaro System) o in dispositivi mobili consumer (sperimentati nel 2011 al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, a cura di OperaVoice) o in soluzioni ibride integrate (realizzate nel 2012 al Royal Opera House Muscat, a cura di Radio Marconi), rende inadeguata la connotazione spaziale del termine sopra-titoli. # In entrambi i casi (arti performative riproducibili elettronicamente e spettacolo dal vivo), è dunque da preferire a livello scientifico il più generico e omnicomprensivo termine «titolazione» per definire il lavoro di mediazione linguistica, evitando di precisare se sia visualizzato «sopra» o «sotto».

Titolazione multilingua

«Titolazione multilingua» indica, nell’ambito della titolazione per le arti dello spettacolo (teatro in musica, teatro di prosa, produzioni audiovisive), la possibilità, da parte del pubblico, di seguire più di una opzione di mediazione linguistica. # In campo audiovisivo, ciò che ha reso possibile la titolazione multilingua è la nascita del DVD (Warner Home Video, 1996), in cui un data-base integrato consente l’accesso a molteplici canali linguistici dedicati alla titolazione. # Per lo spettacolo dal vivo, le opzioni multilingua (selezionabili singolarmente) sono introdotte per la prima volta nel 1998 al Santa Fe Opera (a cura di Figaro System) attraverso display custom individuali collocati in prevalenza nello schienale delle poltrone, come negli aeroplani. # L’avvento del Web 2.0, alla fine del 900, e delle tecnologie legate ai nuovi dispositivi mobili (smartphone e tablet) porta profondi cambiamenti anche in questo settore. # Nel 2011, al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, si avvia a esempio una sperimentazione di trasmissione multilingua su dispositivi mobili consumer (a cura di OperaVoice, in collaborazione con Prescott Studio), integrabile a sopratitoli monolingua. # Nello stesso 2011, viene presentata un’altra piattaforma software multilingua per dispositivi mobili consumer in alternativa ai sottotitoli nelle sale cinematografiche, seguita, l’anno dopo, da un’applicazione degli occhiali multimediali avente la stessa funzione (entrambe le iniziative si devono a MovieReading). # Fra il 2011 e il 2012, presso il Royal Opera House Muscat, viene realizzato (a cura di Radio Marconi, con la collaborazione editoriale di Prescott Studio) il più avanzato, a oggi, sistema di display custom multilingua interattivo e integrato a sopratitoli visualizzati su pannello a LED centrale. # Più rara, ma in espansione, è la presentazione simultanea di due lingue (promossa in Italia da Prescott Studio) con il più tradizionale e diffuso espediente dei sopratitoli, usato nella maggior parte dei casi con funzionalità monolingua.

Traduzione multimediale / Traduzione audivisiva

La «traduzione multimediale», o «traduzione audiovisiva», rappresenta un ramo specialistico della traduzione, che implica la presenza di un mezzo elettronico multimediale (o audiovisivo) nel processo di traduzione o in quello di riproduzione. # Questo genere di traduzione è fortemente influenzato nella forma e nella sostanza del processo creativo dal supporto tecnico impiegato: si tratta di condizionamenti legati sia alla grafica digitale sia ai tempi e alle modalità di fruizione. # È possibile parlare di traduzione multimediale in vari ambiti: cinema, televisione, teatro, pubblicità, comunicazione audiovisiva e su sistemi mobili (smartphone e tablet). # Dal punto di vista realizzativo, sono individuabili le seguenti specializzazioni: doppiaggio, sottotitoli, sopratitoli, adattamenti per cinema e TV, respeaking, audio-descrizione, traduzione per dispositivi mobili, traduzione per video games. # Dalla fine degli anni 90, la traduzione multimediale è diventata oggetto di corso di laurea o di master presso diversi istituti universitari italiani (Forlì, Genova, Pisa, Torino, Udine) ed esteri (Boston, Dallas, Leeds, Londra, Pittsburgh, Vigo). Prescott Studio ha partecipato attivamente a tali iniziative formative.