NEWS | EQUILIBRISMI INVOLONTARI
Equilibrismi involontari – Strategie per i sopratitoli a teatro
Videoconferenza di Mauro Conti
Schmitt Hall 119, 19 novembre 2015, ore 16:00
«Italian Translation – A Series of Talks With Experts in the Field»
Montclair State University, NJ, USA – The College of Humanities and Social Sciences
Diretto e promosso da Inserra Chair in Italian and Italian American Studies
L’espediente tecnico della sopratitolazione per lo spettacolo dal vivo, ereditato dall’ormai secolare pratica dei sottotitoli per il cinema, ha dato un contributo decisivo negli ultimi trent’anni alla diffusione internazionale delle produzioni teatrali, sia di prosa che operistiche, perché ha favorito il superamento delle barriere linguistiche.
La mediazione linguistica e culturale promossa dal recente ambito professionale dei sopratitoli necessita di strategie specifiche? In cosa si differenziano tali strategie da quelle più familiari dei sottotitoli? Che tipo di professionalità occorrono per conseguire gli obiettivi richiesti dai sopratitoli? A queste domande, Equilibrismi involontari prova a suggerire alcune risposte.
Ma perché «equilibrismi involontari»? Perché l’uso di testi scritti che accompagnano un evento teatrale, con l’obiettivo di renderlo linguisticamente comprensibile a chi non conosce la lingua (o le lingue) della rappresentazione, comporta equilibrismi che non sono fine a se stessi, essendo imposti da regole implicite alla prassi della fruizione teatrale.
Le parole chiave che ci troviamo ad affrontare sono: Tempo, Ritmo, Editing, Servizio, Provare, Ottimizzare, Team – ossia categorie in genere estranee all’àmbito tradizionale della traduzione (tranne Editing). Segno della specificità e del tratto per così dire meticcio rappresentato dai sopratitoli, in cui l’arte del compromesso, ben nota a chi traduce, conosce ulteriori stimoli.
1. Tempo. Scrivere sopratitoli è come raccontare una storia in un arco temporale imposto dal palcoscenico attraverso il canto o attraverso la recitazione. Si tratta di un racconto scritto (da leggere) che compendia un racconto orale (da ascoltare). E il parametro del tempo unisce questi due tipi di narrazione parallela, in cui la traccia scritta è subordinata alla traccia orale.
2. Ritmo. Per rendere funzionale il parametro del tempo al lavoro di sopratitolazione occorre considerarlo nella sua dimensione di ritmo – ritmo attraverso cui il copione di un testo parlato o la partitura di un testo cantato diventano uno spettacolo. Individuare un ritmo sonoro rispettoso del palcoscenico (timing) significa impostare correttamente la drammaturgia dei sopratitoli.
3. Editing. L’editing è la fase più familiare a un traduttore perché ricorda il lavoro di redazione di una casa editrice. Ma un editing adeguato ai sopratitoli è specifico e non coincide con la consueta revisione editoriale. «Editing», nel nostro caso, è sinonimo di «adattamento»: adattamento al timing, al layout, ai tempi di lettura. E i criteri di editing, in una produzione, variano inoltre per ogni singolo sopratitolo.
4. Servizio. I sopratitoli rappresentano un servizio allo spettatore. E questo servizio, per essere tale, deve integrarsi all’ascolto e alla visione. Gli strumenti principali di lavoro, in questo senso, sono il timing (come strumento di drammaturgia), l’editing (ovvero l’adattamento), il layout grafico (l’impaginazione del testo) e la valutazione dei tempi di lettura (la fruizione da parte del pubblico).
5. Provare. Il metodo del provare è condiviso da tutti in teatro, anche dagli autori di sopratitoli. Questo comporta che ogni soluzione linguistica va testata insieme alla recitazione, al canto, all’azione scenica. I sopratitoli hanno inoltre un impatto al tempo stesso visivo e semantico che occorre valutare bene: come progetto grafico, come ritmo, come narrazione.
6. Ottimizzare. I vari parametri che stanno alla base di un lavoro di sopratitolazione devono raggiungere un equilibrio. E tale equilibrio è decisivo per rendere funzionale una mediazione linguistica per lo spettacolo dal vivo. Si tratta, in ogni caso, di un obiettivo da perseguire per gradi, passo dopo passo, attraverso fasi di lavoro distinte ma che si condizionano a vicenda.
7. Team. Realizzare sopratitoli è un lavoro di squadra. Una squadra composta da individui dotati di molteplici e specifiche competenze. Un simile gruppo di lavoro necessita tuttavia di un coordinamento, di una supervisione o, se si vuole, di una vera e propria regìa. Ciò che in nessun caso può mancare è spirito di compromesso e non accontentarsi facilmente dei risultati.